Quaderni divergenti (1)

love bird susumu yokota

Tra le genti e nelle genti, un filo rosso unisce punti immaginari di un tessuto che è sociale, storico, politico, inconscio, e per questo ed altro, immediato.

Al tavolo d’un bar siedo alla schiuma di latte e il caffè nero sul fondo, risveglia uno sguardo rivolto ai gruppi sociali: rifletto sulla liturgia della comunità, sulla mistificazione dell’uomo faber, sulle forze maschili e femminili della natura.

Dov’è il mondo se non nel reale?

La vista del reale è occultata dal vero.

La verità, è una lancia che trapassa qualcosa che nel tempo si distribuisce come una coordinata nei meandri ignoti della relazione. Faccio esperienza che i tentativi di rompere un ingranaggio sociale obsoleto, sarebbero a tutti gli effetti un’insubordinazione religiosa nei confronti della riverenza che gli uomini hanno verso se stessi.

Perchè essere davvero infedeli oggi equivale ad attentare alla forma ipotetica ed inconscia, di un tempo di cultura.

Love Bird – Susumu Yokota
l’individuo, il nuovo dio

Penso alla storia.

Una “restaurazione classica” del potere divino inteso come relazione diretta, senza filtri sintattici e linguistici, tra l’apparizione del mistero della natura ed il suo controllo, conoscenza, dominio, educazione, ristora (to feed and to feast) l’abilità innata dei gruppi sociali di rivelare simboli e scenografie del quotidiano.

Chi è dio oggi se non l’individuo?

Un dio maschile è fatto di forza, protezione e punizione, ed è un dio classico. Un dio femminile è fatto di cura, gestione e comprensione, ed è un dio classico subordinato spesso, ma più potente.

Ma il cibo, la casa, la famiglia, l’uomo, la donna, in una chimica sottile, sono di varia costituzione e dunque questi dèi sono diversi nell’aspetto e nella qualità.

Restaurare un dio classico presuppone un rapporto di un certo tipo con le forze di natura, diciamo di “subordinazione e riverenza”, che dall’epoca moderna non ha più lo stesso equilibrio e rapporto.

Approccio mistico alla storia e alla natura che arriva in oriente: un’era di cosmogonia, il ruolo della luna

L’introiezione delle forze di natura oggi è parzialmente orientata verso il residuo. Mi spiego meglio. Il quantitativo energetico (Qi, 气) cioè quel rapporto di scambio di tipo trofico dei nutrienti cosmici e terrestri, è orientato verso lo spreco.

Perchè uno spreco?

Queste energie di natura si orientano e convergono verso un centro magnetico “maggiore e planetario”, la Terra, che si ciba di nutrienti di alta qualità e ci consuma, poichè è anch’essa cibo, forse, per come molti hanno inteso nella storia dell’umanità, per la nascente Luna.

Noi, l’umanità, abbiamo creato uno strato così solido dovuto al basso nutrimento che stiamo attuando, cibandoci di forze di natura di scarto (ipnosi), che viviamo a bassissima frequenza.

C’è sempre un punto di equilibrio tra le forze di natura, la loro disponibilità generale e la costituzione di una geometria relazionale della comunità umana. Ciò che mi appare di riconoscere come istintuale, inconscio oggi, è la forza vivificante che tende in un quadro storico, ad una restaurazione del rapporto antropologico e cosmogonico tra uomo, tutto e nulla.

Tutte le forze di distruzione che spingono all’uso della forza sono espressione di un rapporto cosmico di trazione tra il dio maschio e il dio femmina (yin e yang), nella continua rigenerazione del Tao.

La frizione che percepiamo è un’esternalità, piena di evidenze d’analisi destrutturate dai linguaggi categorici, di una rivoluzione continua in atto a cui gli uomini, sotto ipnosi, partecipano distruggendosi come una malta.

Fermare il samsara come intende Gautama, equivale a vivere nella frattura dello spazio e del tempo, nell’assenza e nella presenza dei significati e nella sintesi dei processi di significazione.

La latenza dell’uomo

Gli uomini, che sono dei latenti (ecco perchè storicamente necessitiamo di latitanze, mitiche e reali, di spazi e azioni liminali e di tipo liminoide e di espressività artistica e simbolica), si muovono sempre utilizzando l’organo mentale per creare immagini, e pensando, attuano un atto di fede verso l’immagine della conoscenza che formano, dando vita al mondo a propria immagine (l’individualismo come sistema ontologico e politico).

La latenza del dio interiore è data in parte dalla relazione tra le forze cosmiche di decadenza ed ascensione, in un sistema di valutazione di pensiero di tipo galattico.

“Se la Luna ha fame, periodi di ipnosi e la natura uccide” dice un saggio di paese.

Ciò che riempie la realtà è una multi-dimensione di immagini proiettate dalle menti di un’umanità più o meno latente. La qualità e costituzione dell’immagine del mondo è più densa e solida oggi. Questo perchè “i pori di respirazione interiore sono otturati e rivolti verso l’esterno”. Ciò che del dio latente si estende all’esterno è come un piolo che ha in punta l’egoità e la durezza del mondo minerale.

Per finire questo flusso di racconto dico che: gli ornamenti di un’epoca di cultura sono indizi per notare gli spazi vuoti nelle scale di forza, ed intervenire invertendo il flusso di nutrienti rivolgendolo verso il suo opposto.

Dobbiamo ascendere a livello del cuore e del ventre, oggi!

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