Quaderni divergenti (4)


L’uomo e la società mietono sistematicamente comuni vittime, nella semplice ed immediata realizzazione dell’indifferenza. La convinzione più efficace insita nella quotidianità è la certezza di essere nel giusto. Si tratta di trovarsi in una parte storica e sociale dalla quale rafforzare e indebolire i saldi dogmi della tradizione e agire incondizionatamente: assolvere a questa posizione temporale e culturale attraverso una dipendenza stretta al proprio individuo storico, ideologico, psicologico.
Uno sguardo freddo verso la modalità in cui la nostra società occidentale, per lo più globale, dipende dalle relazioni economiche dei detentori di nuclei di potere (siano essi la famiglia, lo stato, la classe sociale, l’economia, la cultura, le big tech companies), mi restituisce un individuo nelle sue caratteristiche d’uomo per la società. Gli si mostra ad esso una strada già percorsa, da percorrere. E noi siamo così, ipnoticamente indotti verso una meta individuale, a consumo e spese dei nostri oppositori, e come vascelli kamikaze, nella totale autodistruzione.
Così sono dirette anche le strutture morali di una cultura, le norme etiche, la cosmologia contemporanea,  le declinazioni e sfaccettature di ogni forma di immaginazione di cui nutrirsi e creare significati, esperienze collettive ed una educazione sentimentale alle pulsioni emotive.

Gurdjieff, maestro armeno, portando l’antica conoscenza in Europa, diceva: l’uomo è una macchina difettosa che crede di poter fare. L’uomo macchina non è un uomo, ancora oscuro alla moltitudine, ma una ferraglia organica che vive nel sonno della coscienza e che non può agire.
L’uomo contemporaneo vive nel sonno anche quando è sveglio, immerso nella propria nocciola dura vaga veloce come un proiettile pronto a colpire.

Ecco che vi è un’importanza speciale al sogno, alla tenebra, alla selva oscura, al ritorno al silenzio, alla creazione di nuovi spazi vuoti; non per una semplice considerazione di contro cultura, ma per suggerire un’immersione nell’oblio del mistero, nutrimento privo di congetture, dogmi, automatismi e, per completare la mia “analisi”, allontanare la più pericolosa forma di violenza: l’ignoranza.
Sveglia Uomo, dormi per i tuoi cari, per la tua comunione, per una natura che ti divora perché non la capisci, per ogni gesto d’amore che perdi, per la tua gente.


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